Anna della pioggia: il libro postumo di Michela Murgia che racconta identità, donne e lavoro

Un libro postumo che è un testamento narrativo e politico: in Anna della pioggia, Michela Murgia racconta con lucidità dodici storie di donne, identità e lavoro. Una voce ancora viva, che continua a interrogarci.

Il coraggio del racconto breve, oggi

È coraggioso al giorno d’oggi scegliere la forma del racconto – ammesso che di forma si tratti – molti ritengono sia piuttosto un genere letterario a sé.
Il racconto si vende con più difficoltà, il lettore vuole un intrattenimento durevole e la promessa di un intreccio ricco di suspence e colpi di scena, elementi che difficilmente si possono trovare in poche pagine. Eppure il racconto ha un vantaggio su tutti gli altri generi letterari: mette a nudo la vera essenza dell’autore perché lì dentro, in quelle poche cartelle, quest’ultimo non può nascondersi.
Come scrisse Jonathan Franzen, lo scrittore di racconti non può tirarsi fuori dai guai con le chiacchiere: “raggiungerò l’ultima pagina nel giro di pochi minuti e se non ha niente da dire me ne accorgerò.” E Michela Murgia, lo sappiamo, di cose da dirci ne ha ancora tante.

Michela Murgia e “Anna della pioggia”: un libro postumo, 12 racconti tra identità, donne e lavoro

Pubblicato postumo da Einaudi il 10 giugno 2025, “Anna della pioggia” è un’opera che vibra della voce inconfondibile di Michela Murgia. Non è un’opera incompiuta, né un’uscita editoriale dettata dalla nostalgia. È un libro pieno, curato, deliberato: dodici racconti brevi ma densissimi, uniti dal filo tematico dell’identità femminile, delle relazioni, delle dinamiche di potere che governano il mondo del lavoro.

Il lavoro, in questo libro, non è solo uno sfondo narrativo. È linguaggio, conflitto, definizione. Infermiere, impiegate, madri, colleghe: i personaggi si muovono in ambienti ordinari, ma ogni gesto quotidiano porta in sé una domanda politica. Che cosa significa essere donna, oggi? Come si costruisce, e si difende, un’identità?

Il racconto come strumento politico e poetico

In “Anna della pioggia”, Michela Murgia torna a interrogare corpo, voce e silenzio. Le sue storie parlano di soggettività che non chiedono il permesso: si affermano, si mettono in discussione, si reinventano. E lo fanno con la forza asciutta del racconto, senza effetti speciali.

Lo stile è quello che i lettori di Murgia conoscono: diretto, ironico, politico, ma sempre attento alla complessità del reale. La scrittura si muove tra empatia e lucidità, offrendo una visione mai pacificata, mai risolta, del mondo femminile e delle sue battaglie.

Una voce ancora viva: perché leggere “Anna della pioggia”

Michela Murgia aveva dichiarato: “Scriverò sempre più da donna, per le donne, con le donne”. Questo libro è la dimostrazione che quella voce non si è spenta. “Anna della pioggia” è un’eredità consapevole, un lascito letterario che ci invita ancora una volta a pensare, nominare e immaginare nuove forme di esistenza, dentro e fuori la letteratura.

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