Brutalismo e tower blocks

Per capire il senso di un romanzo spesso bisogna capirne il contesto, cioè il suo tempo e quello del suo atuore. Prendete ad esempio Il condominio di J.G. Ballard. Titolo ahimé mal tradotto perché il condominio in questione, High-rise in originale, è una tower block, un grattacielo ad appartamenti. Che nasce in un particolare contesto storico.

Infatti, nel dopoguerra l’urbanista e architetto svizzero naturalizzato francese Le Corbusier riteneva che i progressi della tecnologia e dell’ingegneria potessero produrre un’architettura lungimirante che avrebbe promosso ideali essenzialmente socialisti offrendo alloggi vantaggiosi a tutti.

Questa attitudine, che si sposava con l’estetica e la filosofia brutalista (leggi: tanto cemento armato a vista), combinata con il bisogno di alloggi ad alta densità durante la ricostruzione della Londra danneggiata dalle V2 e dalle bombe, ha portato alla costruzione in Gran Bretagna delle tower blocks: torri di appartamenti che includono anche altri servizi, come gli spazi comune a diversi livelli, per un’idea funzionale e ridistribuita razionalmente di vita comunitaria.

Tuttavia, lungi dall’essere un ideale utopico, queste torri ad alcuni inducevano un vero e proprio terrore distopico. Tra questi J.G. Ballard, che ha disegnato su questi edifici uno dei suoi romanzi più intensi, proprio High-rise. Occorre conoscere questo contesto per poter apprezzare sino in fondo il lavoro di Ballard.