Pratica ormai sempre più diffusa, lo yoga aiuta a riprendersi i propri spazi e calibrare meglio la vita. A spiegarcelo, ci prova Emmanuel Carrère con il suo Yoga.
L’idea iniziale era quella di fare un opuscolo sullo yoga e sulle varie tecniche di meditazione, è questo che lo spinge ad un ritiro di 10 giorni, lontano da realtà e tecnologia, per meditare e capire meglio se stessi.
Il libro parte quindi con un’isolamento per entrare meglio nella vita dell’autore, capire il suo passato e cosa lo ha spinto verso la meditazione. Ma come la vita, anche le sue pagine sono in continuo mutamento e aspettano di essere stravolte dalla ferocia della vita reale. É l’attentato a Charlie Hebdo a cambiare le carte in tavola e ricatapultare l’autore nella vita reale. Il passaggio dall’ambiente riservato e protetto del seminario al dolore della vita reale crea nell’autore un grande caos che ci spinge a viaggiare nella sua vita: ripercorriamo con lui la malattia, le sue relazioni amorose e l’esperienza in un hotspot in Grecia dove esce dal suo dolore per essere travolto dalla vita dei miranti.
Yoga non è quindi un opuscolo sulla meditazione, ma esce dalla sua strada per abbracciare temi e registri diversi. È un libro con più sfumature, con pillole di yoga, meditazione ma, soprattutto, invenzione, realtà, dolore e speranza