Dantedì, settecento anni di Dante Alighieri

Oggi abbiamo fatto un esperimento. Abbiamo chiesto alla cosa più moderna e contemporanea che ci potesse venire in mente qualcosa di estremamente antico e profondo per quanto riguarda la cultura e l’identità italiana. Abbiamo chiesto cioè a Siri, la voce dentro gli smartphone e i computer di Apple (il termine corretto è “assistente digitale”, la voce può essere anche maschile oltre che femminile e ha un’ottima pronuncia), cosa succede oggi. La risposta è stata sorprendente.

“Oggi si celebra il Dantedì, molti studiosi ritengono che il 25 marzo sia il giorno di inizio del viaggio allegorico della Divina Commedia. In occasione dell’anno dantesco oggi partiamo anche noi per un viaggio alla scoperta del Sommo Poeta”.

L’idea del Dantedì, il giorno di Dante, è probabilmente di un giornalista italiano, Paolo Di Stefano, che lo scorso 19 giugno 2017 sul Corriere della Sera aveva avanzato la proposta di creare una giornata dedicata al poeta fiorentino sulla falsariga del Bloombsday dedicato a James Joyce. Ne è nata una campagna che ha portato all’approvazione, da parte del ministero delle attività culturali dell’istituzione della giornata dedicata a Dante Alighieri. E meno male, ci sentiamo di aggiungere noi! Tra le tante ricorrenze laiche e culturali che si festeggiano nel nostro Paese, quella per Dante era probabilmente una delle più importanti da mettere assieme.

Questo è un anno particolare, comunque. Il prossimo autunno infatti si celebreranno i settecento anni dalla scomparsa di Dante, morto il 14 settembre del 1321, mentre nei prossimi giorni (a partire da domani, per quanto riguarda l’annuncio di Siri) ci sarà modo di scoprire il perché e il percome del Sommo Poeta: “Il 25 marzo – scrive il ministero – ricordiamo in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con tante iniziative organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali”.

Nel nostro piccolo nei prossimi giorni faremo una collezione speciale dedicata a Dante Alighieri, per scoprire aspetti meno noti della sua storia e della sua opera, che sono alla base dell’identità culturale e linguistica italiana, ma anche per celebrare e non dimenticare quelli più importanti che troppo spesso diamo per scontati.