Scrivere codice non è più uno sport solitario. È invece uno sport di squadra, che richiede coordinamento e concentrazione. Si lavora in gruppo, anche se magari non fisicamente uno accanto all’altro. Ma virtualmente sì: i programmatori adorano gli strumenti di coordinamento come ad esempio Slack, che è una specie di WhatsApp solo più bello e funzionale, sul quale si possono creare sottogruppi per coordinare specifiche attività. C’è anche il canale della comunicazione, dove ci parliamo Jessica ed io. Ma soprattutto ci sono i canali dove si lavora alacremente alla ristrutturazione del motore del sito di Anobii, e quelli dove si lavora alle app, sia per Apple che per Android. E dove sono andato per raccontarvi a che punto siamo arrivati.
Qualche tempo fa abbiamo infatti iniziato a parlare del cantiere software di Anobii. Lo sviluppo cioè delle app che stanno tornando per iOS (Apple) e Android (Google). È un impegno strategico, come vedrete tra un attimo, perché l’utilizzo di Anobii passa sempre più dal telefonino e le pagine web sarebbero meno comode. Intanto, procede parallelamente la ristrutturazione del sito, come vi avevamo accennato fin dall’inizio di questa nuova vita di Anobii.
Il responsabile del progetto è Marco Corti, che come competenza tecnica cura anche anche lo sviluppo dell’interfaccia utente e dell’esperienza d’uso delle app. Vedremo invece in due articoli successivi prima come funziona lo sviluppo del “motore” delle app e infine la fase di test e messa in produzione (che per un informatico è sempre la più emozionante, per usare un eufemismo). Intanto, ecco la nostra chiacchierata natalizia con Marco.
Perché stiamo investendo sullo sviluppo delle app?
Perché Ovolab è un’azienda con il dna della software house che produce applicazioni native. E questa è una cosa importante per Anobii, perché il 59,44% degli utenti fruiscono della piattaforma da smartphone e l’accesso in mobilità si sta diffondendo sempre di più.
Da dove si parte a disegnare, o meglio, a ridisegnare un’app?
Dagli utenti! L’utilizzo delle funzionalità presenti in Anobii è misurato, e le metriche ci dicono che oltre alla ricerca dei libri, le funzionalità più utilizzate sono la messaggistica privata ed i gruppi.
Cosa troveremo nella app?
Nella prima versione delle app verrà data una particolare enfasi a queste tre cose: ricerca libri e gestione libreria, messaggistica diretta, gruppi.
Come si decide quali funzionalità includere o meno all’interno dell’app?
Oltre alla misurazione delle metriche, ci sono due altri fattori fondamentali da tenere in considerazione durante la fase di design: i suggerimenti degli utenti che dialogano con l’assistenza, gli obiettivi di business e i limiti imposti dall’infrastruttura tecnologica.
Qual è la strategia di sviluppo complessiva?
Le nuove app Anobii saranno in continua evoluzione: partiamo piano, ma bene per farle crescere ed evolvere costantemente. Ci saranno rilasci ogni 15 giorni e la versione nativa per iPad arriverà nel futuro prossimo.
Quali sono le differenze tra l’app iOS e quella Android?
Non ce ne saranno, ma ciascuna parlerà la lingua del proprio OS: no agli ibridi che non rispettano il contesto in cui vivono.
Che lavoro state facendo sull’accessibilità?
Questo è un tema molto importante e per me molto caro. Abbiamo la massima attenzione a tutti i più moderni requisiti di accessibilità che sono supportati dai sistemi operativi di Apple e di Google: VoiceOver, Dynamic Type, TalkBack, regole di contrasto per la leggibilità e per utenti con problemi di daltonismo.
Infine, che rapporto c’è tra l’interfaccia della app e quella del sito? Come si procede allo sviluppo? In parallelo?
Le due interfacce sono completamente indipendenti: non c’è una relazione diretta perché gli usi sono molto differenti. Ovviamente, si basano entrambi sul database di Anobii e quindi “pescano” le stesse informazioni, ma lo fanno in maniera differente. L’utilizzo del dito sul telefono rispetto al mouse e tastiera sul Mac o Pc dettano differenti regole di accesso ai dati. Su iPhone e Android ci saranno delle schede libro ben organizzate per essere trovabili e leggibili con facilità. Anche le copertine dei libri avranno molto spazio, per rendere la “fisicità” digitale del libro. E tante altre cose che vedrete presto e spero vi piaceranno.