Il New Yorker dedica un articolo – non particolarmente lungo per gli standard del settimanale americano – a tre collettivi letterari, cioè tre gruppi di scrittori che decidono di lavorare e firmare all’unisono.
Ci sono Alice Campion in Australia, Helena S. Paige in Sudafrica e il collettivo nostrano Wu Ming. L’autrice dell’articolo, la scrittrice Ceridwen Dovey, fa una bella ricognizione del lavoro dello scrittore giocando attorno a un’idea semplice: l’idea che il lavoro dello scrittore sia solitario e in qualche modo eremitico.
Anziché affrontare il tema dal punto di vista degli autori che sono in realtà vere e proprie “case di produzione” (ma fanno di tutto per non dichiararlo), o dal punto di vista della rivoluzione nel metodo di scrittura che hanno portato il cinema e soprattutto la televisione (la “writers room“, per intenderci), Dovey fa un giro per tre continenti cercando tre collettivi che lo sono esplicitamente. Wu Ming dice di non essere stato contattato o tantomeno intervistato ma aggiunge anche che “l’autrice Ceridwen Dovey getta sul tema uno sguardo, per quanto sommario, inusuale e non privo di interesse”.
Insomma, se masticate l’inglese e vi interessa la scrittura per di più collettiva, vale la lettura.