Una storia di crescita e riscatto quella che troviamo tra le pagine di La ladra di parole di Abi Daré, romanzo vincitore del premio Bath Novel Award.
Tra le pagine leggiamo la storia di Adunni, una ragazzina nigeriana che vuole creare la propria vita, studiare ed insegnare. Il destino però sembrerebbe essere lontano dai suoi sogni. Ancora molto piccola viene promessa in sposa dal padre a un tassista: prova a lottare e far sentire la sua voce per continuare ad inseguire i suoi sogni, ma sa che quel matrimonio serve alla sua famiglia per sopravvivere economicamente. Così accetta e si trasferisce nella casa del tassista, dove conoscerà le altre due mogli dell’uomo e le loro figlie. La convivenza non è facile e Adunni ripensa a sua madre e alle sue parole
“Mia mamma mi ha detto che l’istruzione mi dava una voce”
La vita le offre una nuova opportunità e riesce a scappare a Lagos, dove verrà comprata come domestica da Big Madame. Proprio qui, grazie all’aiuto di un’attivista inglese, riesce ad imparare l’inglese.
É Adunni a raccontarci in prima persona la sua storia, da lei vediamo una Nigeria povera, patriarcale, segnalata dalla tratta degli schiavi, ostile ma con lampi di solidarietà. Un romanzo che mostra una realtà difficile, vista direttamente con gli occhi di una ragazzina che, nonostante le difficoltà, non si arrende e sa lottare per cercare di costruirsi il suo futuro, quello sudato e tanto desiderato.