Il 2021 sarà l’anno dei podcast che parlano di libri e degli audiolibri?

È l’anno del podcast. Anzi, dell’audiolibro. O di tutti e due? I podcast, cioè le trasmissioni audio registrate e diffuse via internet, stanno prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese. Gli argomenti sono tantissimi, tra questi non mancano ovviamente i podcast di letteratura e libri. Ma quali sono i migliori da ascoltare?

E non è finita, perché si stanno diffondendo sempre di più anche gli audiolibri, la versione audio di romanzi e saggi letti dagli autori, da attori o doppiatori professionisti. Da tempo queste categorie stanno crescendo, addirittura in doppia cifra complice anche la pandemia, il lockdown e altri fattori come ad esempio la diffusione di smartphone e cuffiette senza fili capaci di veicolare audio di alta qualità. L’Italia, insomma, sta scoprendo modi nuovi di ascoltare libri e di ascoltare chi ne parla. È un cambiamento reale? Una vera rivoluzione?

Lo abbiamo chiesto ad Andrea Federica de Cesco, giornalista che scrive per il Corriere della Sera ed è esperta di podcast: li racconta da tempo anche nella sua newsletter Questioni d’orecchio.

Andrea Federica de Cesco

Quali sono i podcast che ci consigli di seguire con a tema libri e letteratura?

I podcast che parlano di libri e letteratura sono moltissimi e in genere hanno un buon seguito. Un segnale che il tema interessa e che le persone provano il desiderio di avere qualcuno che li guidi in questo mondo. Partirei da un grande classico del genere, ossia Copertina. Un podcast che spaccia consigli di lettura. In ogni puntata Matteo B. Bianchi parla delle nuove uscite e raccoglie i consigli di lettura di librai, scrittori, traduttori, lettori e ospiti vari. Bianchi (scrittore, editor, autore tv e direttore della rivista di narrativa ‘tina) ha creato anche un altro podcast relativo a questo mercato, Esordienti, dove racconta come funziona il settore editoriale. Un altro podcast letterario che mi piace molto è Mis(S)conosciute – Scrittrici tra parentesi, dedicato a scrittrici contemporanee poco note. È fermo allo scorso ottobre e include al momento solo cinque puntate – la sesta uscirà fra qualche settimana. Le autrici sono Giulia Morelli (curatrice editoriale e autrice), Maria Lucia Schito (web content e radio producer) e Silvia Scognamiglio (digital producer ed executive assistant), che nella pagina Instagram @missconosciute pubblicano molti contenuti affini a quelli del podcast e presto lanceranno anche una newsletter. E poi c’è Chimera, letteratura a due teste: una volta al mese Marianna Peracchi (social media manager e strategist) e Giulia Caterina Trucano (giornalista) discutono appassionatamente di un singolo libro e poi, in un’altra puntata ribattezzata “Intermezzo”, suggeriscono libri in qualche modo simili a quello appena recensito.

Allarghiamo il discorso: i podcast stanno veramente diventando un fenomeno in Italia? Quali sono i numeri, chi li fa e chi li segue?

Sono convinta di sì, anche se ancora c’è moltissimo lavoro da fare. Basti pensare che molti – anche tra i giovani – non hanno la minima idea di cosa sia un podcast e di come si faccia ad ascoltarne uno. In ogni caso, è già da qualche anno che si nota un aumento degli ascoltatori. Faccio riferimento alla ricerca sul settore che Audible (piattaforma statunitense di produzione e distribuzione di podcast e audiolibri che nel 2016 è arrivata anche in Italia) dal 2018 commissiona a Nielsen – prima non esistevano dati di questo tipo per quanto riguarda il nostro Paese. Nel novembre 2018 gli ascoltatori di podcast in Italia erano 10,3 milioninel novembre 2020 13,9. In due anni c’è stato un aumento di 35 punti percentuali. Secondo la ricerca di Nielsen gli ascoltatori di podcast sono spalmati in quasi tutte le fasce di età (si arriva al 68% tra i 25 e i 34 anni), sono più uomini che donne (la differenza percentuale è di 3 punti) e trascorrono diverse ore al giorno online; in confronto alla media della popolazione, utilizzano di più i social network. A essere aumentati non sono solo gli ascoltatori, ma anche i creatori di podcast – i podcaster. Nel primo lockdown c’è stato un boom notevole: allora molta gente per sconfiggere la noia casalinga ha iniziato a cimentarsi con questo mezzo, che all’apparenza è alla portata di chiunque (anche se poi la differenza tra podcast realizzati da professionisti e quelli realizzati da principianti si sente eccome). Come si legge in uno studio di Chartable, nel 2020 i podcast in italiano sono triplicati rispetto al 2019. E lo stesso studio rileva che a essere aumentati sono anche i download dei podcast in italiano (sono stati quasi cinque volte tanti quanti ce n’erano stati nel 2019): una conferma di quanto scrivevo a proposito dei dati di Nielsen. Infine, sta crescendo anche il numero delle case di produzione di podcast: tra le ultime arrivate segnalo Chora Media e Sirene Records. E non credo sia un caso se Spotify ha cominciato a produrre podcast originali in italiano proprio quest’anno

Accanto ai podcast c’è anche la crescita degli audiolibri. Le case editrici hanno provato a lanciarli per decenni (addirittura su vinile e cassetta, all’inizio) ma senza successo: cos’è cambiato oggi?

Credo che gli elementi che hanno dato una svolta a questo mercato sono tre, fortemente legati gli uni agli altri. Il primo è rappresentato dalla digitalizzazione degli audiolibri. Il secondo dalla diffusione dello smartphone. Il terzo dall’arrivo anche in Italia di Audible e, due anni dopo, di Storytel, piattaforme tramite cui – pagando una decina di euro al mese – si ha accesso a decine di migliaia di titoli letti da professionisti della voce (attori, doppiatori, speaker, narratori). La possibilità di scaricare gli audiolibri (in genere in formato mp3) ha eliminato la necessità di andare a comprarli su vinile o cassetta. E a differenza dei libri e della musica non mi sembra che ci siano state forti manifestazioni di nostalgia per i vecchi audiolibri sui dischi 45 giri. La diffusione dello smartphone, unita alla digitalizzazione, ha reso molto più agevole l’ascolto. In genere un singolo audiolibro dura qualche ora e poterlo ascoltare dove e quando ci pare fa la differenza. Infine, mentre un tempo per recuperare un audiolibro bisognava cercare tra svariati siti e poi scaricare il singolo titolo al costo di qualche euro, ora Audible e Storytel garantiscono l’accesso a un catalogo sterminato di contenuti di alta qualità per una cifra tutto sommato contenuta (peraltro entrambi prevedono un periodo iniziale di prova gratuita). 

A questo punto, una curiosità più personale: quali sono i tuoi podcast preferiti? E quali audiolibri ti è piaciuto di più ascoltare?

Questa domanda mi mette sempre in crisi. Ne ho ascoltati davvero parecchi, di cui buona parte in inglese. Per farsi le orecchie, ascoltare podcast in inglese è imprescindibile. Però col tempo mi sono resa conto che non ha troppo senso consigliare podcast in lingua straniera. Ci sono milioni di persone in Italia che ancora non conoscono questo mezzo straordinario e temo che suggerire un podcast in una lingua che molti non capiscono bene risulterebbe troppo respingente, col rischio di perdere potenziali ascoltatori. E comunque la classifica dei podcast che ho amato (anche in italiano) è troppo vasta.Quindi risponderò citando quelli che preferisco tra i podcast in italiano che sto ascoltando in questo periodo. Di sicuro c’è Gli Slegati di Chiara Gamberale, sulle storie di persone che vivono relazioni fuori dall’ordinario. Poi trovo molto interessante Mi dica tutto, podcast originale di Storytel scritto da un team di drammaturghi che ci porta nello studio di una psicologa. Si tratta di uno dei primi esperimenti italiani di podcast fictional (il racconto si basa su fatti immaginari). Infine segnalo Sulla Razza, progetto di Nadeesha Uyangoda, Nathasha Fernando e Maria Mancuso con lo scopo di mettere a punto un linguaggio adatto a intavolare una discussione sulla questione razziale.Per quanto riguarda gli audiolibri, innanzitutto mi sembra fondamentale sottolineare quanto sia importante l’interpretazione e la voce del narratore insieme al racconto dello scrittore (che invece nel caso dei libri tradizionali rappresenta l’unico parametro di giudizio). Io per esempio mi sono innamorata di Francesco Pannofino: ero già super appassionata della saga di Harry Potter, ma grazie alla sua voce mi è diventata ancora più cara (gli audiolibri di Harry Potter letti da Pannofino sono distribuiti in esclusiva da Audible). Però è difficile che ascolti in audiolibro libri che ho già letto, a meno che non ci sia una voce eccezionale come appunto quella di Pannofino. Tra gli audiolibri che ho ascoltato di recente e che ho apprezzato di più ci sono Quando siete felici fateci caso di Kurt Vonnegut, letto da Edoardo Siravo, e Fiore di roccia di Ilaria Tuti, letto da Angela Ricciardi.

Infine, una domanda pratica: potresti consigliare ai nostri lettori meno esperti di queste tecnologie una guida online su come si fa ad ascoltare i podcast?

Ne avevo scritta una apposta circa un anno fa per Corriere.it. A livello tecnico non è cambiato nulla da allora e non credo che qualcosa del genere avverrà a breve. Insomma, è ancora attuale. Chi fosse interessato la trova qui