Il dottor Nikola di Guy Boothby

Il piccolo editore Cliquot è un’eccezione nel panorama italiano: con cura artigianale traduce e pubblica vecchi libri di genere che sono autentici diamanti persi nel carbone del passato. È il caso del quinto libro pubblicato nella collana Fantastica, Il dottor Nikola di Guy Boothby

Scritto originariamente nel 1896 è il secondo romanzo di una serie di cinque centrata sul personaggio del dottor Antonio Nikola, un antieroe appassionato di occulto e alla ricerca del bene più prezioso per la letteratura magica e fantastica: il dono dell’immortalità (a cui aggiunge anche il desiderio di dominare il mondo). Nikola è un personaggio strano, atipico: vive a Shanghai alla fine dell’Ottocento, sempre assieme al gatto nero Apollyon (il nome è quello dell’angelo della distruzione), ed ha una intensità che è rara nei personaggi di genere, creati cioè per intrattenimento da autori che non avevano ambizioni letterarie.

È la storia dell’autore, Guy Newell Boothby (1867-1905) che fu un prolifico scrittore australiano, noto soprattutto per questa serie incentrata sul dottor Nikola ma che in realtà ha scritto molto altro e che in Italia è stato pochissimo tradotto. Nato in una ricca famiglia di amministratori coloniali e rappresentanti nel paese parte del Commonwealth britannico, si stancò presto della vita e dell’agio della famiglia e decise di diventare scrittore e tornare in Inghilterra dopo una forte crisi economica in Australia negli ultimi dell’Ottocento. 

Il suo viaggio fu lungo e avventuroso, fatto con pochissimi soldi attraverso il sud-est asiatico, con tappe nello Sri Lanka, a Singapore, su una strana isola (l’Isola del Giovedì) nello Stretto di Torres sino ad arrivare a Londra e raccontare i suoi viaggi. Scrisse molti romanzi di viaggi e di avventura fantastica nonostante sia morto giovane, a 38 anni, in una città del Dorset per le complicazioni di una influenza. Il suo stile gotico ottocentesco, pieno di demoni soprannaturali e mostri deformi ma anche di sofisticati crimini internazionali lo pone come un vero e proprio maestro della letteratura di genere nel settore dell’occulto.

Fonte di ispirazione per autori come Ian Fleming, che costruì in parte gli avversari di James Bond dei suoi romanzi sull’esempio di quelli di Boothby, è stato molto stimato da George Orwell ed era grande amico di Rudyard Kipling. Nel mondo anglosassone è ancora molto conosciuto e l’opera di Cliquot di pubblicare con una nuova traduzione è sicuramente meritevole oltre che ben fatta.