Il caso di “Cambiare l’acqua ai fiori”

cambiare l'acqua ai fiori
Cambiare l’acqua ai fiori

I libri si trovano per caso, alle volte sembra quasi che siano loro a trovare noi. In questa singolare occasione è decisamente così, perché è stato solo grazie al passaparola che Cambiare l’acqua ai fiori, romanzo di Valérie Perrin, pubblicato da e/o, è riuscito a trovarci, noi che siamo i suoi lettori.

Il romanzo ha venduto 180mila copie da quando è entrato in cima alle classifiche di vendita, lo scorso settembre, dopo poco più di un anno dall’uscita in Italia, cioè l’estate del 2019. È stato per molti il libro del lockdown, grazie a post, tweet, segnalazioni, passaparola tra lettori. E alla fine è diventato un successo.

La storia è molto particolare e richiede tempo per essere letta perché si snoda per quasi cinquecento pagine. Ci sono flaskback flash-forward, tante pagine di divagazioni sulla storia di una donna di circa 50 anni che vive da sola in un cimitero, del quale è guardiana: vive sola in una piccola cosa con una porta che dà sulla strada e una che dà sul camposanto. È lei che apre e chiude il cimitero, ogni giorno, e che comincia con un uomo che bussa: ha da poco perso la madre e ne deve deporre le ceneri sulla tomba di uno sconosciuto senza sapere il perché. Da questo inizio folgorante, si snoda una storia che è quasi impossibile riassumere, ma che non vi farà più guardare un cimitero come prima.

Il romanzo della Perrin, che ha 53 anni e fa la fotografa, è la sua seconda prova. Il primo, uscito nel 2015 sia in Francia che in Italia, si intitola Il quaderno dell’amore perduto, venne pubblicato da noi dall’editrice Nord e non fu notato da nessuno. Il secondo forse non sarebbe mai uscito se non avesse attirato l’attenzione di e/o grazie alla raccomandazione dell’editore francese. Il resto è una lunga e fortunata cavalcata verso il successo.