Poesia e amore, ecco le parole più ricercate nei giorni che precedono San Valentino. L’amore è uno dei sentimenti che più ritroviamo tra le righe, sopratutto se quelle righe sono in versi.
Perchè lo cantiamo tanto? Forse perchè non è così banale e scontato come si possa pensare, forse perchè in fondo non ne sappiamo così tanto (anche Emily Dickinson scrisse:
“Che l’amore sia tutto ciò che esiste, è tutto ciò che sappiamo dell’amore”
Forse perchè ognuno ne ha la sua visione. C’è chi lo vede più passionale come Saffo:
“Scuote l’anima mia Eros, come vento sul monte, che irrompe entro le querce e scioglie le membra e le agita, dolce, amaro, indomabile serpente”
o Catullo:
“Baciami mille volte e ancora cento | poi nuovamente mille e ancora cento | e dopo ancora mille e dopo cento”
Più spirituale come Dante:
“Amore, veramente pigliando e sottilmente considerando, non è altro che unimento spirituale dell’anima e della cosa amata”
William Shakespeare aveva provato a spiegarlo così:
“Non mangia che colombe l’amore, e ciò genera sangue caldo, e il sangue caldo genera caldi pensieri e i caldi pensieri generano calde azioni, e le calde azioni sono l’amore”
Altri, come Kahlil Gibran, ci hanno mostrato i sintomi:
“Se guardi in cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore“
Insomma di amore ne abbiamo sempre parlato e l’arte si è sempre ben prestata a rappresentare le diverse sfumature di questo sentimento. Oggi l’amore viene cantato, letto, osservato, ascoltato. Ma se l’amore rimane una costante della nostra ricerca e capacità espressiva, possiamo dire lo stesso della poesia? La risposta è sì.
Sicuramente la poesia è cambiata nel corso del tempo e si è adattata al cambiamento dei suoi lettori. La poesia, lontanamente dalle convinzioni di molti, non è solo per un pubblico più elitario e datato ma, secondo le ultime statistiche, crescono gli interessi tra i più giovani. La principale artefice di questa crescita è proprio la forma breve che la caratterizza, forma che aiuta la lettura da device e la condivisione tramite social.
A cambiare non sono dunque le tematiche ma i codici ed i mezzi espressivi. Non sorprende quindi che Milk and honey, libro di poesia, sia stato il libro più venduto in America nel 2017. L’autrice è Rupi Kaur e rappresenta una nuova generazione di poeti, etichettata come “Instapoet”, ossia poeti che usano Instagram per scrivere i loro versi. La forma piace e a darne la conferma sono i numeri dei followers, nel caso di Rupi ben oltre i 3 milioni. Il segreto? Testi brevi e personali che in realtà toccano un po’ tutti noi. Chiaramente lo spazio social è un trampolino di lancio, serve per farsi conoscere, il vero salto si ha poi con le pubblicazioni. Insomma chi pensava che la poesia potesse avere i giorni contati dovrà ricredersi.
La poesia resta ancora quella rivelazione o atto di resistenza che spiega la vita, con cui il poeta condivide le sue emozioni e le sue esperienze, condivisione che corre sempre più veloce con un semplice click. La poesia si trasforma, si rinnova e si emancipa, crea nuovi movimenti, nuove forme, nuovi poeti e nuovi seguaci. Poco importa se ad accompagnare tutto ci sono hashtag ed immagini, la cosa cosa più importante è che la poesia sa sopravvivere e sa guardare al futuro.