Un paio di settimane fa alla Fiera Didacta che si è tenuta a Firenze, dedicata alla didattica ed editoria scolastica, durante l’incontro “Libri di testo e risorse digitali per l’apprendimento. Strumenti diversi per una scuola che cambia” l’osservatorio AIE-MIUR ha presentato una ricerca piuttosto particolare sul rapporto tra digitale e analogico per il libro didattico. Tra i numeri che colpiscono di più ce n’è uno in particolare: la percentuale di libri adottati dalla scuola che viene attivato nella sua versione digitale è solo il 5,3% del totale.
In generale, la ricerca dell’osservatorio approfondisce le modalità di studio degli studenti cercando di capire come funzioni il rapporto carta-digitale che è stato attivato negli ultimi tempi. Da cinque anni a questa parte il “libro misto” (che contiene sia la parte cartacea che quella digitale con contenuti integrativi) è passato dal 70% al 92% mentre il libro completamente digitale è fermo all’1%.
I libri adottati più attivati nella versione digitale sono quelli delle quarte e quinte elementari nella forma dei sussidiari, mentre nelle secondarie la materia più attivata è l’inglese anche se la più usata è la matematica.
I dati fanno capire che, nonostante il 74,6% dei docenti italiani utilizzi almeno una volta alla settimana il digitale, solo una piccolissima parte effettivamente ne usufruisce.