In una serie di articoli pubblicati da Flanerì, Veronica Giuffré disegna le tappe della formazione letteraria di Italo Calvino, che è una delle voci più importanti della letteratura italiana del Dopoguerra. Quel che porta avanti Giuffré su Flanerì è una visitazione per tappe dei libri che Calvino leggeva e di quello che hanno significato nelle varie fasi della sua vita.
Però il discorso passa da Calvino con un’altra ambizione: Giuffré vuole infatti esplorare una soglia, un punto di passaggio: quello che divide una collezione personale di libri da una biblioteca. E lo fa partendo proprio dalla collezione di libri di Italo Calvino, che è poi il tracciato della sua esistenza: «La collezione di Italo Calvino, così inestricabilmente intessuta di legami tra i propri libri e quelli degli altri da richiedere che ci si soffermi a osservarla lungo tre fasi della sua vita: le letture della formazione, gli anni del lavoro editoriale, la riflessione nell’opera a partire dai personaggi lettori fino alla formulazione teorica di una biblioteca ideale».
Una buona meta-lettura.