Sono passati 190 anni da quando è stato registrato il brevetto per la macchina per scrivere (o macchina da scrivere, secondo l’Accademia della Crusca i due termini sono interscambiabili anche se io preferisco il “per”), lo strumento che ha cambiato il modo con il quale tutti noi scriviamo.
Era infatti il 23 luglio del 1829 quando William Austin Burt ha brevettato il “Typographer”, che viene considerato il primo esempio di macchina per scrivere prodotta in serie. Tuttavia, l’italiano Pellegrino Turri aveva già inventato qualcosa di molto simile nel 1808.
Anche i computer e gli smartphone sono in qualche modo figli e nipoti della rivoluzione del testo mediato dalla tecnologia meccanica e poi digitale, anziché dagli strumenti di scrittura manuali di sempre: le penne.
La macchina per scrivere però ha anche cambiato il modo con il quale gli autori lavorano, e solo il computer probabilmente ha potuto fare di più. Da Mark Twain, che dichiarava di scrivere i suoi romanzi direttamente alla tastiera, al flusso di coscienza di Jack Kerouak, che ha scritto di getto su un unico lunghissimo rullo di carta tutto il suo On the road.
Ci sono dei libri che parlano proprio di macchine per scrivere e che mi sono piaciuti molto:
Typewriter Art, a Modern Anthology di Barrie Tullet
The Typewriter Revolution di Richard Polt
Typewriter: The History, The Machine, The Writers di Tony Allan
Improvvisi per macchina da scrivere di Giorgio Manganelli
Infine, c’è un singolarissimo museo milanese dedicato allo strumento di scrittura della modernità.
E a voi quali libri vengono in mente quando pensate alla macchina per scrivere?