Qualche settimana fa, vi abbiamo chiesto di fare una domanda a Zerocalcare. Ne sono arrivate moltissime, ne abbiamo selezionate dieci e le abbiamo inoltrate all’autore. Ed ecco le risposte (tra le quali, come promesso, anche una vignetta disegnata per l’occasione).
Sei una grandissima fonte di ispirazione per tutti quei giovani che vorrebbero intraprendere il tuo stesso mestiere? Ne sei felice? Come vivi questa cosa? (Serena)
Cerco sempre di essere il più onesto possibile nello spiegare la mia esperienza e cerco di essere sempre lucido nell’esporla, in modo che possa essere utile a chi vuole fare questo mestiere, che possa capire quali sono gli elementi riproducibili e importabili… al tempo stesso cerco di non nascondere mai che un ruolo grosso l’ha giocato la fortuna, il fatto di trovarsi al momento giusto al posto giusto. Se non avessi incontrato Makkox probabilmente starei ancora a barcamenarmi tra traduzioni e ripetizioni, come è stato nei dieci anni precedenti, con i fumetti relegati ad hobby a margine dei lavori veri. La vivo così: che vorrei essere capace a spiegarne la complessità, così poi nessuno mi accusa di averlo fregato.
Ciao Calcare, ecco la mia domanda: A che punto è la sceneggiatura del film La profezia dell’armadillo? Un abbraccio (Luciano)
La sceneggiatura è finita già da qualche mese, e con essa la mia parte più attiva nel film. Ora (ora? boh coi tempi del cinema italiano, quindi vai a sapere) inizierà la lavorazione e vediamo come va a finire…
Riesci ad immaginarti come sarebbero state le tue storie sul blog e i tuoi libri se invece di essere nato a Rebibbia fossi nato in un quartiere della Milano elegante? (MarcotulliFrancesca3)
Ciao Calcà…domanda a bruciapelo: accetteresti di disegnare un fumetto scritto da un’altra persona? (Ramrod1984)
Tendenzialmente no, per un motivo molto banale: non mi considero un disegnatore abbastanza bravo per giustificare che qualcuno possa voler scegliere me al posto di tanti altri mostri di talento che ci stanno in giro e magari sono disoccupati.
Qual è la copertina di un disco che, più di tutte, ti sarebbe piaciuto concepire o semplicemente adori? (GidanRazorblade)
MI piacciono molto le copertine dei Dead Kennedys fatte da Winston Smith, gli artwork per i Senza Sicura curati da Claudio Calia, ma in generale la copertina del disco che volevo fare ho avuto la fortuna di farla: lo split Klaxon/Ultimi, che sono rispettivamente alcuni dei gruppi che mi piacciono di più tra quelli storici e quelli attuali.
Ciao Zero, i tuoi racconti sono sempre autobiografici, parli di ciò che ti capita ogni giorno..la mia domanda è: come fai a capire quando vale la pena di raccontare quello che ti è successo? Cioè come distinguere una potenziale buona storia, che piaccia ai lettori, dalla routine di tutti i giorni. (Benny Sh)
Cerco di non pensare a quello che piace ai lettori perché ogni volta che ho provato a inseguire il consenso a tavolino ho sempre tirato fuori roba senz’anima. Capisco che una cosa va raccontata quando provo a mettere per iscritto le sensazioni che mi suscita: se vedo che c’è tanto materiale, che è un modo per tirare fuori qualcosa di quello che ho dentro oltre alla cronaca della vicenda in sé, allora vale la pena farne un fumetto.
Qual è la storia che non racconterai mai? (Tittypat)
In “un polpo alla gola” ho raccontato questo senso di colpa che mi ha attanagliato per anni, dopo aver fatto la spia contro una mia compagna di scuola. In realtà tra tutti gli orribili difetti che di sicuro non mi mancano, almeno la spia non l’ho mai fatta. In realtà c’è un evento nella mia infanzia di cui mi vergogno così tanto che non sono mai riuscito a raccontarlo a nessuno, neanche a mia madre, e che nel libro stesso ho preferito trasformare nella “spiata”, perché non ero ancora pronto a raccontarlo. E a questo punto penso che non lo sarò mai. Comunque non ho ammazzato nessuno giuro.
Ciao! Dopo aver letto e apprezzato Kobane Calling, volevo chiederti: potrebbero esserci in futuro altri lavori stile reportage, magari ambientati in Italia? (Jstammer)
Io non ho vissuto Kobane Calling come un reportage, deciso a tavolino. Sono andato in quei luoghi con la campagna di solidarietà Rojava Calling, e mi è venuto naturale raccontare quel viaggio come racconto qualsiasi altri episodio della mia vita. Quindi potrebbero esserci delle cose simili, dipende un po’ da come si incrociano con la mia vita.
Forse sarà un po’ banale come domanda da fare su anobii, ma io gli vorrei chiedere quali libri gli piacciono tanto tanto, non dico necessariamente i preferiti, vanno bene i primi che gli vengono in mente (a parte Il potere del cane e Lansdale che sappiamo già!) (Cicely)
Quasi tutta la produzione di Saramago, tantissimo Murakami e l’autobiografia di Bunker. Ma pure tutta la produzione di Fred Vargas, e pure quella di Elmore Leonard…
C’è un motivo particolare per cui il tuo “alter ego” a fumetti indossa sempre la oramai famosa t-shirt con teschio a sfondo nero? È legata a qualche ricordo specifico, o è la naturale evoluzione della salopette con logo di Topolino indossata dallo Zerocalcare bambino?? Grazie di tutto!! (Valentina)
Conta che io posseggo quasi solo magliette di gruppi musicali, il mio guardaroba viene dalle magliette che compro ai concerti dei gruppi che vado a sentire. E nel punk, quasi ogni gruppo ha un teschio nel logo o nelle grafiche. Quindi il 90% delle mie magliette sono comunque nere con qualche teschio schiaffato da qualche parte. Quella che rappresento nei fumetti è l’estrema sintesi di tutte le mie magliette.