Anno nuovo, letture nuove. Perché no? E cosa potremmo leggere di nuovo? La risposta ci arriva indirettamente da uno di voi: la fantascienza. Mi spiego subito.
Un po’ di giorni fa un anobiano ci ha chiesto: qual è una bella antologia per chi vuole iniziare a leggere la fantascienza? In lingua inglese questo genere ha una storia molto lunga e ricca sia di grandi autori di romanzi e racconti (pensiamo a Isaac Asimov, Ursula K. Le Guin, Philip K. Dick, per citare i più noti) e di curatori e direttori di testate meno noti al grande pubblico ma che hanno svolto un ruolo fondamentale.
A partire da John W. Campbell che ha modellato la fantascienza moderna come direttore alla fine degli anni Trenta di una delle prime e più importanti riviste del settore, Astounding Science Fiction (più tardi chiamata Analog Science Fiction), oppure Gardner Dozois, recentemente scomparso, uno dei più importanti curatori di raccolte di racconti e novelle più volte pubblicate in Italia nella collana Urania di Mondadori.
Proprio Urania però è il territorio di elezione della fantascienza italiana. Non tanto di quella “made in Italy”, perché Urania ha sempre avuto un ruolo principalmente nella traduzione e pubblicazione della fantascienza internazionale, segnatamente quella angloamericana. La collana è stata creata nel 1952 e curata inizialmente da Giorgio Monicelli (fratello del regista Mario), che ne produceva anche molte traduzioni, e poi dal 1962 da Carlo Fruttero, assieme all’amico Franco Lucentini dal 1964.
Questa coppia di scrittori, che hanno spesso scritto insieme e svolto un ruolo centrale nello sviluppo della cultura e letteratura italiana del secondo dopoguerra, hanno anche curato delle antologie di fantascienza che per alcuni anni sono diventate oggetto di studio a scuola.
La prima, realizzata nel 1952 con il critico letterario Sergio Solmi da Carlo Fruttero prima di lasciare Einaudi (dove lavorava con Italo Calvino ed Elio Vittorini) per passare a Mondadori, è stata Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza. Fu un’opera in un certo senso rivoluzionaria perché la fantascienza, termine creato da Giorgio Monicelli pochi anni prima per portare in italiano in qualche modo la “Science fiction” americana, non esisteva come categoria, prima ancora che come genere. Da noi il fantastico era rappresentato dall’avventura fantastica, che aveva le sue origini nel romanzo avventuroso tardo-ottocentesco alla Emilio Salgari, più che in quello a fondo scientifico di Jules Verne o di H.G. Wells.
Fu però con l’amico e collega Franco Lucentini che Fruttero architettò una serie di antologie, pubblicate da Einaudi e Mondadori che in venti anni hanno definito assieme ad Urania il gusto del lettore italiano di fantascienza. Queste sono alcune, forse le migliori: Storie di fantasmi e vampiri. Antologia di racconti anglosassoni del soprannaturale (Einaudi, 1960), Il secondo libro della fantascienza. Le meraviglie del possibile (Einaudi, 1961), Universo a sette incognite. Antologia di capolavori della fantascienza(Mondadori, 1963), L’ombra del 2000. Romanzi e racconti di fantascienza (Mondadori, 1965), Il giardino del tempo e altri racconti (Einaudi 1983), L’ora di fantascienza (Einaudi, 1982) e Il quarto libro della fantascienza (Einaudi 1992).
Dagli anni di Fruttero e Lucentini la fantascienza è cambiata moltissimo e così è per i lettori. Il cinema e la televisione, a partire da 2001 Odissea nello Spazio e poi Guerre Stellari, hanno rivoluzionato anche il modo con il quale abbiamo visto la fantascienza. Tuttavia, le antologie curate da Fruttero e Lucentini in Italia rimangono un passaggio fondamentale per chi voglia incontrare questo genere e fare un passo indietro per conoscerlo meglio.