L’ossimoro dell’intimità pubblica

“Nell’antichità si guardava al passato, nella modernità al futuro; adesso si guarda esclusivamente al presente. Corriamo dentro il presente e ci rifugiamo in esso, nell’incapacità o nella paura di affrontare il domani”, scrive Carlo Bordoni. Sociologo e saggista, Bordoni scrive per il Corriere della Sera e il supplemento la Lettura. Si occupa di sociologia dei processi culturali e dell’analisi dei fenomeni politici, ha scritto vari libri tra i quali anche uno con il sociologo padre della “società liquida”, Zygmunt Bauman. 

Nel suo saggio L’intimità pubblica Bordoni offre una mappa per navigare nei mari turbolenti della contemporaneità, un invito a riscoprire il senso di comunità che abbiamo perduto, o forse soltanto dimenticato, e di cui invece abbiamo sempre più bisogno. È una analisi della società in vetrina alla ricerca dell’autenticità. Infatti, l’esposizione di sé sui social è praticamente un selfie dell’anima: cosa vuol dire allora aprirsi in pubblico, rinunciare al proprio privato? È un modo per soddisfare il proprio bisogno di essere riconosciuti e forse amati? 

Intimità pubblica è un ossimoro, una contraddizione in termini: ciò che fa parte della sfera riservata non può essere reso pubblico. Eppure una caratteristica della società liquida in cui viviamo è proprio questo: che le barriere di tutto ciò che è privato vengono eliminate e il suo contenuto disseminato.