Spesso per descrivere un libro natalizio servirebbero poche parole: gioia, neve, regali e magia. Ma se Babbo Natale sparisse e la globalizzazione colpisse anche il Polo Nord? A Babbo Morto di Zerocalcare ci catapulta in un mondo ben lontano dal più classico spirito natalizio.
Dopo poco tempo dall’uscita di Scheletri, Zerocalcare torna in libreria con un bel regalo di “natale”, A Babbo Morto. Un fumetto che porta in scena i protagonisti del Natale ma con uno spirito molto differente. Tanto per cominciare Babbo Natale non c’è più e quella che era la sua impresa famigliare, ora trasformatasi in una grossa hub di distribuzione giocattoli, deve passare nelle mani dei suoi figli, Figlio Natale e Figlia Natale. Non se la passano di certo meglio i lavoratori. Elfi e gnomi si sentono sfruttati, per non parlare delle Befane, rider con contratti senza assistenza sanitaria e assicurazione. Anche al Polo Nord gravano gli stessi problemi che attanagliano la nostra società.
É proprio qui che la classica fiaba natalizia ci viene servita, accompagnata da ironia, toni politici e critica sociale e si trasforma in una perfetta riflessione sulla nostra società, cresciuta e cambiata, poco incline alle gioie e attenta alle esigenze di mercato. Tutto è cambiato nel corso del tempo, compresi i desideri dei bambini che passano dal cavalluccio di legno ai giochi elettronici.
Odio per il natale? Effetto Grinch?
“ Io in realtà amo il Natale – rassicura l’autore – ma volevo accostare le cose tipicamente natalizie a temi più efferati. Ho concepito questo lavoro come una sorta di libro di fotografie per guardare l’evoluzione di un Paese negli anni trattando anche questioni complesse, come il terrorismo, che sarebbe stato difficile affrontare, se non traslate nel mondo del fumetto”
Un fumetto che ci invita a riflettere, senza dimenticare l’ironia. Potrebbe essere il giusto pacchetto da trovare sotto il nostro albero?