La vita è un percorso fatto di scelte, ma a che età iniziano i primi importanti bivi? Meglio seguire le proprie passioni, percorrere una strada tortuosa che potrebbe portare a delle delusioni, o meglio scegliere percorsi più semplici?
Proviamo a metterci nei panni di un diciannovenne appena diplomato. I percorsi che gli si aprono davanti sono molti. Meglio studiare cosa lo appassiona, magari una facoltà umanistica ed entrare in mondo di traduzioni malpagate e precarietà scolastica, oppure iscriversi a medicina, affrontare difficili anni di studio ma essere utili alla società?
Meglio restare nel proprio paesino con famiglia e amici di sempre o tentare un cambiamento in una grossa città? Forse sarebbe ancora meglio ampliare i propri orizzonti e provare un’esperienza all’estero.
La società in cui viviamo ci permette di uscire dal nostro bozzolo e provare a diventare chi vogliamo essere, ma non è sempre facile. Bivi, nuove strade e scelte difficili hanno fatto parte e, per molti, fanno ancora parte della vita quotidiana.
Carlo Mazza Galanti in Cosa pensavi di fare? Romanzo a bivi per umanisti sul lastrico ci invita a questo gioca dell’oca esistenziale.
In un racconto di formazione ambientato in una realtà che conosciamo fin troppo bene, lo scrittore analizza il mondo giovanile e il viaggio tra possibilità, delusioni, successi e precarietà. Ogni strada intrapresa dal protagonista sembrerebbe essere destinata al fallimento, ma forse in un mondo pieno di bivi e possibilità, dove nulla sembra definitivo, dovremmo imparare a rivalutare il fallimento e riconoscerlo come un’opzione non definitiva. Forse il vero finale prefissato non esiste e siamo noi a scriverlo.