Massimo Cotto ha scritto Rock therapy. Rimedi in forma di canzone per ogni malanno o situazione con un’idea in mente: la musica rock fa bene. L’autore, che è appassionato disc jokey e giornalista musicale, ha una produzione libraria sterminata, ma questo piccolo libro ha un significato particolare: giocando e scherzando con la musica rock, la forma d’arte nata negli anni 50 e diventata linguaggio universale per tre generazioni di persone, in realtà ne recupera anche il senso più profondo.
Il rock, con le sue influenze che affondano le radici nel blues e nella musica nera ma che poi spazia attraverso mille sottogeneri e modi diversi di intendere le emozioni, è una musica nata per interpretare i sentimenti dei giovani e meno giovani. Per questo riascoltarla, capire i testi e le storie che ci sono dietro, ma anche viverne l’emozione generata dal suono, dal ritmo e dalla melodia, è una piccola forma di terapia che aiuta a trovare il buon umore oppure a non sentirsi soli con un sentimento triste. La musica, avrebbero detto gli antichi, è una forma di consolazione catartica per l’anima e lo spirito.
Cotto, che è una vera e propria miniera di aneddoti e storie legate al mondo della musica, per questo libro del 2017 ha scelto 344 canzoni. Attraverso le loro storie, le meraviglie, i segreti e molti ricordi personali, le ha catalogate secondo il bisogno a cui possono rispondere o il “disturbo” che aiutano a curare. Non si tratta solo di un compendio delle tracce fondamentali del nostro rock quotidiano, ma anche di un atlante emozionale, di un mosaico di suoni, parole e sensazioni che scaturiscono dagli ascolti e che aiutano a vivere un po’ meglio. Dopotutto, la musica serve a questo, no?