Marieke Lucas Rijneveld ha 29 anni, è olandese e non si riconosce né nel genere femminile né in quello maschile. Il suo romanzo d’esordio, Il disagio della sera, ha già avuto molto successo nei Paesi Bassi. Adesso arriva il riconoscimento internazionale con il prestigioso premio letterario dell’editoria anglo-americana, International Booker Prize, riservato ai libri in altre lingue tradotti in inglese.
Il premio, che fino all’anno scorso era noto come Man Booker International Prize, è il “fratello minore” del famosissimo Booker Prize, il premio letterario più importante che viene assegnato al miglior romanzo in lingua inglese pubblicato nel Regno Unito (e che spinge per questo gli editori americani a pubblicare i propri titoli migliori anche in Gran Bretagna). Assieme a Rijneveld ha vinto anche Michele Hutchison, che ha tradotto il libro in inglese. Ad entrambi, oltre al riconoscimento, è stato dato un assegno di 25mila sterline (circa 28mila euro).
Il romanzo ha una storia complessa, dura, con elementi autobiografici. Un buon riassunto, che non svela quanto poi realmente succederà, è stato fatto dal piccolo editore indipendente Nutrimenti, che lo ha pubblicato in Italia l’anno scorso:
Jas ha dieci anni quando, come ogni anno, in casa Mulder fervono i preparativi per il Natale. La sua è una vita tranquilla. A scuola non va benissimo, ma dà una mano al papà con gli animali della fattoria e non vede l’ora di diventare abbastanza grande per andare a pattinare sull’altra riva del lago con il fratello Matthies. Due giorni prima della festa, però, proprio da quella sponda più lontana, Matthies non fa più ritorno. La morte prende il suo posto in casa, occupa la sedia che lui ha lasciato vuota, indossa il suo giubbotto rimasto appeso come un cimelio, e si insinua nella vita di tutti. Jas osserva impotente la vicina di casa portare via l’albero di Natale e i genitori trasformarsi nel Lupo Cattivo con la pancia piena di sassi. Al riparo nel suo giaccone, che non toglie più nemmeno per dormire, non le rimane che prepararsi al momento in cui Dio scaglierà su di loro una nuova piaga, come sente dire al papà e alla mamma durante una lite. Abbandonati a loro stessi, i tre fratelli Jas, Obbe e Hanna sondano, nel privato delle loro stanzette, il dolore e la perdita. La libertà consente loro di sperimentare, di sovvertire le regole, ma anche di parlare apertamente della morte. Sono pronti a sacrificare tutto pur di non farsi portare via da Lei.