Una giornalista, Luisa Ciuni, e una stilista e militante, Marina Spadafora, hanno unito le forze per scrivere un libro, La rivoluzione comincia dal tuo armadio, che è il punto di partenza per scoprire un mondo molto diverso da quello che ci raccontano la pubblicità o le vetrine dei negozi delle nostre città. Le due autrici raccontano infatti l’avvento di quel fenomeno che è stato chiamato “fast fashion” e la conseguenza della moda low cost: esplosione dei consumi, ma anche esplosione degli sprechi. E poi tutta la filiera che c’è dietro a capi di vestiario dai prezzi impossibili: un paio di pantaloni da 2,99 euro? Nuove schiavità, esaurimento delle risorse, crudeltà imposte agli animali.
Quello della moda sostenibile è un tema non nuovo, che sta procedendo al di là delle spinte ideologiche: è un tema che va avanti lentamente e che si basa sull’acquisizione di consapevolezza da parte delle persone, donne e uomini. Come ci vestiamo e quali abiti compriamo fa infatti la differenza, non è una scelta neutrale.
Dietro ci sono ragionamenti complessi che hanno impiegato molto tempo per attecchire. Eppure oggi sappiamo che la moda non è neutra, che l’industria del tessile inquina e sfrutta la manodopera. Eppure, l’innovazione tecnologica apre nuove strade che sono anche ecologiche, mentre i modelli di economia circolare consentono di sposare profitto ed equità. E tra i Millennial si sta sviluppando una spiccata sensibilità per la green fashion. Cosa ci attende, alla fine? Forse un modo di vestirci più giusto, sensato e rispettoso dell’ambiente.
Per andare avanti su questa strada, c’è anche un libro passato quasi sotto silenzio in Italia ma molto interessante: scritto dal fondatore di Patagonia, Yvon Chouinard, si chiama Let my people go surfing. La filosofia di un imprenditore ribelle e racconta la vita e la filosofia di uno degli impreditori di successo più atipici del nostro tempo.