Indro Montanelli è stato un dei giornalisti italiani più famosi di sempre. Nato a Fucecchio, in provincia di Firenze, il 22 aprile del 1909 e scomparso a Milano il 22 luglio del 2001, da qualche settimana è al centro di polemiche. Soprattutto per il suo passato e per la statua che gli è stata dedicata e è stata inaugurata quattordici anni fa nei giardini di Porta Venezia.
Come spiega il Post:
La statua è stata coinvolta nelle estese proteste contro il razzismo in corso un po’ in tutto il mondo, e presa di mira da un gruppo di attivisti universitari che l’hanno imbrattata di vernice. Sul basamento sono state scritte le parole “razzista stupratore” sulla base di alcuni controversi episodi della vita di Montanelli, rivendicati da lui (come la violenza sessuale su una ragazzina eritrea durante l’invasione italiana dell’Etiopia raccontata senza pentimenti ancora nel 2000).
La vita di Montanelli è stata lunga ed ha attraversato momenti storici molto differenti della storia d’Italia: dal Fascismo alla discesa in campo di Silvio Berlusconi, sostanzialmente. Ed è stata una vita fuori della media, visto il carattere e la professione di Montanelli. Riassumerla tutta diventa un esercizio di riduzionismo eccessivo. Per fortuna c’è chi ha studiato e scritto non uno ma ben due volumi dedicati a lui: si tratta di Sandro Gerbi e Raffaele Liucci, che hanno scritto Montanelli l’anarchico borghese e Lo Stregone (che insieme coprono tutta la vita di Montanelli). Sono libri di qualche anno fa ma opera di due storici veri, documentati e molto completi. Per capire meglio, sono sicuramente molto indicati.
Di Montanelli la doppia raccolta delle Stanze e Le Nuove Stanze, cioè la rubrica che ha tenuto sino alla morte sul Corriere della Sera, oltre alla lunga serie di libri dedicati alla Storia d’Italia è forse la cosa più rappresentativa per conoscere il giornalista, il suo stile e il suo pensiero.