Life for Sale, alla scoperta dello Yukio Mishima minore

L’opera di Yukio Mishima, l’autore giapponese candidato per tre volte al premio Nobel per la letteratura e considerato una delle voci più importanti del ventesimo secolo, è enorme. A partire dalla sua opera più famosa, la tetralogia del Mare della Fertilità, nazionalista, conservatore ma anche imbevuto di un profondo e universale sentimento per l’umanità. 

La firma di Yukio Mishima

Non c’è solo quello, ovviamente, perché Mishima nei 45 anni della sua intensa vita (terminata commettendo seppuku il 25 novembre del 1970) è stato un autore molto prolifico, non solo di romanzi e racconti ma anche di opere teatrali, poesia, e inoltre ha fatto il regista, l’attore, il modello e ha trovato anche il tempo per costruire Tatenotai, la “Società dello scudo” che avrebbe dovuto preservare con rigore militarista gli antichi costumi guerrieri del Giappone.

A margine di tutto questo c’è anche Life for Sale, in giapponese Inochi urimasu, un romanzo del 1968 pubblicato in ventuno puntate su Weekly Playboy e poi raccolto a dicembre dello stesso anno in volume da Shueisha, editore specializzato in manga e intrattenimento creato dal colosso editoriale nipponico Shogakukan.

L’anno scorso è stata finalmente pubblicata da Penguin la versione inglese, tradotta da Stephen Dodd. La storia gira attorno ad Hanio Yamada, ventisettenne pubblicitario della Tokyo Ad che, dopo un tentato suicidio per futili motivi, lascia il suo lavoro e pubblica un annuncio su un giornale locale: «Life for Sale. Usatemi come volete. Sono un maschio di 27 anni. Discrezione garantita. Non vi causerò alcun fastidio». Le avventure di Yamada cominciano quando cominciano ad arrivare richieste sempre più bizzarre in risposta al suo annuncio.

Mishima non ha mai amato questo romanzo che gli autori francofoni avrebbero definito “divertissement” (per tacer della soddisfazione economica) e che un illustre scrittore britannico, citato dal critico del New York Times, cioè Graham Greene, definiva come quel genere di cose che si scrivono “per intrattenere se stessi”. Eppure, quello che si vede è una fantasia ricca di sorprendenti invenzioni e colpi di scena, che passano dalla richiesta di un marito tradito dalla moglie con un mafioso che vuole che il giovane prenda la sua parte per quando la Yakuza lo ucciderà (ovviamente il finale sarà un altro), alla vecchia signora che gli chiede di prendersi cura del suo gattino dopo la morte e di usare l’eredità per comprare anche un coccodrillo o un gorilla, animali che non è mai riuscita ad avere. E via dicendo, in un crescendo surreale che, grazie all’annuncio, fa scoprire a Yamada una vita che non avrebbe mai immaginato, nella quale guadagna di più grazie che non nel suo lavoro precedente.

Speriamo che arrivi presto anche una edizione italiana: sarebbe una lettura piacevole e che potrebbe mettere in luce un lato meno noto di un autore monumentale e ancora sorprendente.