Anno particolare per i premi Pulitzer, posticipati a causa della pandemia e che rivedono la (ri)assegnazione a Colson Whitehead per la fiction.
Diamo in breve uno sguardo ai premiati dell’edizione 2020 in ambito letterario:
Come già anticipato il premio Pulitzer per la fiction è andato a Colson Whitehead con I ragazzi della Nickel. Un romanzo ispirato a una storia vera di abusi e violenze nel riformatorio Dozier School of Boys in Florida. Whitehead racconta la storia di Elwood Curtis, ragazzo afroamericano che, per errore, finisce nel riformatorio immaginario di Nickel, calco della Dozier e di altre strutture simili. Un romanzo forte con qualche richiamo politico che è valso a Whitehead il secondo Pulitzer, dopo La ferrovia sotterranea.
Anne Boyer con The Undying: Pain, Vulnerability, Mortality, Medicine, Art, Time, Dreams, Data, Exhaustion, Cancer, and Care e Greg Grandin con The End of the Myth: From the Frontier to the Border Wall in the Mind of America si aggiudicano il premio per la non fiction.
Anne Boyer parte da un’esperienza diretta, un memoir della sua malattia; Greg Grandin invece esplora il concetto di frontiera, un’analisi storica dove non viene trascurata l’attualità.
A Jericho Brown con the Tradition va il Pulitzer per la poesia. Secondo gli accademici della Columbia University, The Tradition rappresenta “una raccolta di testi magistrali che uniscono delicatezza a urgenza storica nella loro amorevole evocazione di corpi vulnerabili all’ostilità e alla violenza”.
Benjamin Moser con In Sontag: her life and works e W. Caleb McDaniel con Sweet taste of liberty: a true story of slavery and restitution in America si aggiudicano invece il Pulitzer rispettivamente per biografia e storia.
Sono tutti ottimi spunti di lettura. se non dovessero bastare, o se preferite aspettare che escano le edizioni italiane per quelli ancora non disponibili, e intanto volete sapere qualcosa di più sull’uomo che ha dato il nome al premio, potete sempre leggere a Joseph Pulitzer. L’uomo che ha cambiato il giornalismo di Alleyne Ireland, un’ottima biografia di Pulitzer, scritta direttamente da chi ha lavorato per lui.