Siamo arrivati a dicembre, è arrivato l’ultimo mese dell’anno. Quello in cui magari ci si organizza per il prossimo anno. O magari si pensa solo alle feste di Natale e poi il prossimo capodanno arriverà senza fretta. Dipende dalle scelte e dalle inclinazioni.
In questo periodo, esattamente un anno fa, ho letto il libro scritto da Ryder Carroll, Il metodo Bullet Journal. È un bel libro, con una storia intrigante. Carroll soffre di un disturbo da deficit di attenzione e iperattività che gli ha provocato non pochi problemi soprattutto a scuola e poi nel mondo del lavoro. Anziché arrendersi o cercare una soluzione medica che potesse aiutarlo, ha lavorato a un metodo per tenere la propria mente agganciata alla realtà e ne ha tratto molto beneficio.
Il metodo Bullet Journal è una forma di diario che serve a tenere traccia del suo passato, ordinare il suo presente e progettare il suo futuro. Personalmente non soffro del suo disturbo (almeno, che io sappia) ma sicuramente il bisogno di avere una bussola che non sia una semplice agenda di carta o digitale è diventato sempre più forte man mano che la vita si è fatta più complicata (e avere due bambini piccoli aggiunge sicuramente sale alla pietanza esistenziale).
Per questo il libro di Carroll si è rivelato interessante e ho deciso di provare. Il suo metodo è un non-metodo, nel senso che, una volta lo si è capito e ci si gioca un po’, viene naturale personalizzarlo. Dall’inizio del 2019 lo utilizzo con un discreto piacere e mi pare che i risultati siano buoni. Non so se sono diventato più produttivo, di sicuro ho diminuito lo stress che avevo prima nella pianificazione delle mie settimane di lavoro. Inoltre ho un maggiore controllo su quello che effettivamente ho fatto. E vivaddio è tutto offline, che per me che praticamente ci vivo dentro il computer è una cosa meravigliosa.
Un piccolo consiglio: fatevi un giro su Instagram o su Pinterest con la chiave #bulletjournal e troverete una montagna di idee (anche troppe).