Sarà perché sono in viaggio e il mio volo è stato appena cancellato, e quindi salterò probabilmente l’ora della nanna dei mie figli che sono ancora piccoli, ma mi è tornato alla mente un libro di tantissimo tempo fa: Le favole al telefono.
È stato scritto da Gianni Rodari (1920-1980) uno degli autori per l’infanzia più amati in Italia ma forse uno dei meno ricordati oggi. Se il suo libro più importante è La grammatica della fantasia (1973) un saggio sulla fantasia, quello più accessibile e conosciuto da chi è stato bambino nel secolo scorso è Favole al telefono (1962). Una raccolta in realtà di fiabe nate “dallo scontro occasionale di due parole, da errori di ortografia, da giochi di parole” che il padre della piccola protagonista, impegnato per lavoro a girare l’Italia, ogni sera le raccontava per telefono nella speranza di farla addormentare. Avrete capito perché mi è tornato alla mente: magari usando FaceTime o Skype, ma potrebbe essere il modo per mettere a nanna i miei bimbi stasera.
Assieme a quel libro ce n’era un altro che in realtà ho amato di più da bambino: C’era due volte il barone Lamberto (1978) ambientato nell’isola di San Giulio del Lago d’Orta, è l’altro libro per l’infanzia che meriterebbe davvero di essere riscoperto.