Finalisti Premio Strega 2025: una finestra sul panorama culturale italiano.

I finalisti del Premio Strega 2025 offrono uno spaccato dell’italia di oggi: storie intime, profonde e coraggiose che parlano al nostro tempo. Storie diverse, ma tutte capaci di lasciare il segno.

Un appuntamento che si tramanda da più di settant’anni diventa Storia. È il Premio Strega non fa eccezione: istituito a Roma nel 1947 dalla scrittrice Maria Bellonci e da Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del Liquore Strega (sì, il nome deriva da lì), è da sempre un evento attesissimo nel mondo editoriale, felice finestra sugli umori dell’ambiente culturale e sui gusti letterari degli italiani.

I libri premiati raccontano il nostro Paese, le tendenze e le tradizioni, che restano o mutano. E anche quest’anno i titoli scelti dal Comitato direttivo parlano da soli, accomunati tutti da quella voglia di raccontare le reazioni umane attingendo alla realtà e inserendosi nel filone dei romanzi di identità.
I finalisti del Premio Strega 2025 rappresentano un affresco vivido dell’Italia contemporanea, attraverso storie intime, potenti e profondamente radicate nel nostro presente. Ogni autore, con la propria voce unica, contribuisce a raccontare chi siamo e dove stiamo andando.

Scopriamo insieme i finalisti del Premio Strega 2025, ciascuno con una proposta narrativa che ha saputo distinguersi.

Finalisti Premio Strega 2025: la cinquina

“L’anniversario”, di Andrea Bajani, edito da Feltrinelli, con 280 voti, già incoronato Strega Giovani il 3 giugno. È una storia di radici, abbandoni, possesso e violenza, un microcosmo dove il desiderio di rinascita e liberazione è elemento centrale, insieme al bisogno di smascherare l’ipocrisia e celebrare la vita ritrovata. Un’opera intensa che merita il posto tra i finalisti del Premio Strega 2025.

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“Quello che so di te”, di Nadia Terranova, Guanda, con 226 voti. Si tratta di un romanzo familiare principalmente al femminile. Di fronte alla figlia neonata, una donna giura di non impazzire, temendo l’eredità di Venera, bisnonna internata nel manicomio di Messina. La narratrice scava nella mitologia familiare, tra memorie vere e bugie, cercando verità tra psichiatria e racconti. Anche questa intensa riflessione sul femminile arricchisce la rosa dei finalisti del Premio Strega 2025.

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“Perduto è questo mare”, di Elisabetta Rasy, Rizzoli, con 205 voti. Rasy ambienta questo coraggioso romanzo nella Napoli degli anni ’50, dove una ragazzina viene strappata al padre, lasciandolo solo in una casa in rovina. Sarà lei, ormai adulta, a compiere un viaggio interiore alla ricerca del suo passato e del suo presente, sullo sfondo di un’Italia ancora poco ospitale ed equa nei confronti delle donne. Un racconto che si distingue tra i finalisti del Premio Strega 2025 per profondità e forza simbolica.

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“Chiudo la porta e urlo”, di Paolo Nori, Mondadori, con 180 voti. Un testo che aggiunge valore letterario alla cinquina dei finalisti del Premio Strega 2025. Nori ci regala un romanzo potente, la storia di Raffaello Baldini, poeta immenso, che scrive nel dialetto di Sant’Arcangelo e in un italiano cristallino, un interessante gioco di specchi tra il protagonista del romanzo e lo stesso autore.

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“Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia”, di Michele Ruol, TerraRossa, con 180 voti. Un romanzo di esordio luminoso, che esplora l’intimità dei personaggi attraverso gli oggetti di casa, sfidando le nostre certezze su di loro e su noi stessi. Un’opera delicata e sorprendente, tra le più originali del Premio Strega 2025.

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Anche quest’anno, i finalisti del Premio Strega 2025 dimostrano come la letteratura sappia leggere il presente con profondità e sensibilità. Tra memoria e identità, realtà e immaginazione, questi romanzi tracciano una mappa emotiva del nostro tempo. Storie diverse, ma tutte capaci di lasciare il segno.