La terza volta è quella buona. Se lo deve essere detto lo scrittore sudafricano Damon Galgut che, prima della vittoria del prestigioso Booker Prize per il suo romanzo The Promise (tradotto in italia da Edizione e/o come La Promessa), era già entrato in finale nel 2003 e nel 2010.
La vittoria del Booker Prize, il premio assegnato ogni anno al migliore romanzo in lingua inglese pubblicato nel Regno Unito o in Irlanda, è determinata da una giuria di sette persone (selezionate tra gli addetti ai lavori dalla Booker Prize Foundation) ed è uno dei principali risultati a cui possa aspirare un autore in lingua inglese: già il semplice fatto di essere stati selezionati nel sestetto finale è considerato di per sé l’equivalente cinematografico di una candidatura ufficiale a un premio Oscar. Ma vincere è qualcosa di più: si entra in un pantheon di scrittori, avviato nel 1969, che comprende nomi del calibro di Salman Rushdie, A. S. Byatt, Arundhati Roy, Ian McEwan e Margaret Atwood.
Galgut, nato a Pretoria, in Sudafrica, nel 1963, è un talento precoce. Il suo primo romanzo, A Sinless Season, è stato pubblicato quando aveva solo 17 anni. I suoi due maggiori successi finora sono stati però Il buon dottore (2003), che mette in scena due personalità in forte contrasto in un piccolo ospedale di campagna nel moderno Sudafrica post-apartheid, e In a Strange Room (2010). Il nuovo lavoro di Galgut, quello che gli è valso la vittoria del Booker Prize, è una saga familiare che copre quattro generazioni, ciascuna caratterizzata da un evento drammatico, e che ruota attorno al tema più forte nella narrativa di Galgut, cioè il Sudafrica del post-apartheid e il tentativo (fallimentare) di mantenere della promessa di libertà ed eguaglianza fatta dai sudafricani bianchi a quelli neri.
Galgut è il terzo autore sudafricano a vincere il Booker Prize, che fino a qualche anno fa era riservato solo agli autori del Commonwealth britannico e agli irlandesi, sudafricani o zimbabwi, che solo di recente si è aperto più in generale a chi scrive direttamente in inglese. Esiste un premio gemello, anche se meno prestigioso, che si intitola International Booker Prize ed è riservato agli autori tradotti in inglese e pubblicati sempre nel Regno Unito o in Irlanda.