Qualche settimana fa ho cominciato a leggere un libro di un tipo che di solito non frequento. Si intitola Manuale di istruzioni della Scuola di scrittura Belleville, cioè della scuola di cui abbiamo parlato alla fine di settembre (ma sembra una vita fa!) intervistando il suo direttore Giacomo Papi.
La scuola Belleville ha sede a Milano ma ha aperto anche in rete, e consente di imparare le tecniche di scrittura anche a distanza. È stata una intuizione fortunata, visto i problemi che ci sono questa primavera anche solo a uscire di casa, ma era evidente che solo le lezioni in video e gli esercizi da fare a casa non potessero bastare. Per questo i docenti si sono organizzati in tempi non sospetti per mettere insieme un “libro di testo” che permettesse agli allievi che vogliono diventare autori di libri di studiare avendo un riferimento più consistente.
Ne è nato il libro che ho letto nelle scorse settimane. All’inizio, lo ammetto, un po’ distrattamente (un altro manuale di scrittura?) intervallandolo con altre letture. Ma in realtà dopo poco mi sono trovato a scoprire che era diventato la mia lettura serale principale, quella a cui di volta in volta dedico quello che considero il mio tempo migliore di lettura, cioè quella mezzora prima di dormire che in pochi giorni ti fa finire qualunque libro.
Leggere il Manuale è stata una bella scoperta, perché il lavoro fatto da Papi e dai suoi nella costruzione di questo contenitore di istruzioni per l’uso della scrittura è ben strutturato e divertente da leggere. A me è piaciuto, l’ho trovato interessante e alla fine è il motivo per cui ne parlo qui. È organizzato su dieci capitoli focalizzati su altrettanti elementi da approfondire: personaggi, trama, l’idea, come si inizia, come si finisce. E accanto a questi ci sono anche degli esercizi che servono a fissare le cose che si scoprono di volta in volta. Il libro nasce dall’esperienza del lavoro fatto nella scuola.
Nella prefazione, anzi nelle “avvertenze e modalità d’uso”, perché il gioco è proprio considerare questo libro come un piccolo manuale di istruzioni, c’è un passaggio che mi ha colpito e che mi sembra dare il senso di tutta l’operazione: «Questo manuale non vuole imporre regole né un’idea di letteratura, perché ci sono tante letterature, almeno quanti sono gli scrittori. Conoscere le regole, però, è necessario perfino per trasgredirle». Sono perfettamente d’accordo.